A che serve continuare a parlare, descrivere, raccontare, cambia poco.
Come sempre, giornate che passano una dopo l’altra, In fondo niente di che.
Eppure sono ancora qui, quasi come se scrivere quello che mi succede un giorno dopo l’altro fosse il modo di rendere più vera la realtà.
Come se il fatto che è scritto da qualche parte trasformasse un ipotesi in un tassello del puzzle che è la mia vita.
Demenziale, quello che sto scrivendo?
Forse.
Solo che sto pensando, in questi giorni ho scritto molto poco, mi sono lasciata prendere dalle mille cose, dal quotidiano sempre uguale ma anche sempre diverso che si sta perdendo in una nebbia fatta di tempo che passa senza lasciare il segno.
Allora, per non perdere quel segno, ecco.
Sono tornata da Milano quasi di corsa, come se dovessi scappare.
Viaggio tranquillo, persa nella campagna cremonese, non molto diversa da quella mantovana e poi ferrarese.
Qui, a casa (devo abituarmi a chiamarla così, per ora) la routine è tornata quella di prima: cucinare, piatti, stirare, accompagnare e andare a prendere mia sorella a scuola, prendere il pane e le sigarette, tapis roulant.
Ho portato da Milano gli ultimi scatoloni di libri, praticamente ho finito il trasloco iniziato alla fine di dicembre, manca solo il mio pc che hai ancora tu.
Ora non c’è più niente di mio, laggiù, posso anche non tornarci più e forse è proprio quello che succederà, la parentesi Milano è davvero finita.
Forse.
E l’altro giorno ho preso in mano tutti i libri, quelli che sono rimasti, ho fatto una bella lista e li ho sistemati.
Ho cambiato il mio blog, sto spostando i vari post e impostandolo piano piano.
Ieri mi ha chiamato mio figlio, un’agenzia incaricata dall’ENEL lo ha contattato per le ultime 2 bollette di casa mia che erano ancora non pagate.
Stamattina ho fatto il pagamento, mi sono sentita una merda a chiedere a mia sorella i soldi ma non avevo scelta.
Oggi pomeriggio siamo andate a Padova dalla mamma, una corsa veloce, avevamo voglia di vederla e vedere come procedono le cose laggiù.
Servirebbe un discorso a parte per questo, è tutto sempre più complicato, lui sta male e sta andando via di testa, sta diventando cattivo e se la prende con lei per ogni piccola cosa e lei è lì sola con lui, la sola vittima.
E non possiamo fare niente per aiutarla.
Sono anche riuscita a vedere Valentino e il cucciolo, siamo andati a prendere le scarpine nuove e un’amica di Vale gli ha regalato un palloncino.
Era felicissimo, camminava col palloncino appeso al polso e si guardava specchiato sulle vetrine dei negozi, ridendo e pavoneggiandosi.
Poi il ritorno a casa, la cena, la serata.. ed eccomi qui.
Eccomi qui con un vuoto dentro che mi sembra di non riuscire a provare più niente, mi sento arida.
Da un po’ di sere non ho nessuna voglia di connettermi, di parlare con nessuno, mi sento un po’ in colpa per questo, so che Klara è lì che avrebbe bisogno di scambiare qualche parola, so che la sto trascurando.
Ma non me la sento, vorrei davvero imparare a fare a meno di tutti.. di te per primo.