6 mesi dopo..

Si, sono già passati sei mesi.

Da un lato sembrano volati e dall’altro sembrano una vita.

Questi 6 mesi sono stati pieni di… niente.

Nel senso che in fondo non è che sia successo chissà cosa, niente lavoro, niente sul fronte soldi e “eredità” della mamma.

Niente e sempre più niente da te.

Ma pieni di giorni vissuti uno per uno, come gocce che scavano la roccia.

Eppure se ritorno indietro di questi 6 mesi trovo momenti pieni, intensi.

A partire proprio da quell’8 agosto, il dolore, il vuoto come un pugno nello stomaco, vuoto che non si riempie più.

Strano, ma forse non proprio strano, ci sono immagini che mi colpiscono più adesso, nel ricordo, che nel momento in cui le vivevo.

Le stesse immagini che sono tornate più e più volte nei miei sogni e nella mia immaginazione, i momenti della mamma in ospedale e quelli appena successivi, le sensazioni di allora più nitide man mano che passa il tempo.

E il dolore e l’angoscia che si ripetono amplificati, esasperati.

Ma come sempre subentra la razionalità, il contatto con la realtà, il “qui e adesso” e si archiviano nella stanza più buia della mente, sperando che non tornino più fuori, anche se già sai che li dovrai affrontare chissà quante altre volte.

Tornano anche altri momenti, che non hanno niente a che fare col resto.

Quelli della fuga a Milano in Ottobre, quelli a casa tua con le nutrie, quelli sotto la pioggia in riva al mare, quelli con mio figlio e il suo cucciolo.

Momenti che mentre li vivevo erano belli, giusti.

Ma nel ricordo si distorcono e fanno sparire la patina di lucentezza che li mascherava e lasciano vedere la loro vera essenza.

Come…

Come quando vedi luccicare un ciottolo nell’acqua e lo raccogli e brilla come una pietra preziosa al sole.

Ma poi il sole sparisce e ti ritrovi in mano solo un sassolino.

Ho le tasche piene di quei sassolini.

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