Nazarè, Obidos, Ericeira

Nazarè 15 nov 2022

Questo giro è stata una vera follia, mi sarò chiesta 20 volte “ma sei diventata scema del tutto?”, soprattutto in autostrada coi camion che mi arrivavano attaccati al culo prima di sorpassare, con pioggia continua, portata dal vento che la trasformava in nebbia.

E prima ancora le maledizioni che ho mandato al sistema stradale di Lisbona.

Vorrei proprio capire perché, se io sto nella parte sud/est della città e devo andare a nord, perché di grazia mi mandi a sud?

Per poi trovarmi una coda lunghissima per rientrare verso Lisbona, e ovviamente ho perso l’uscita che, per botta di culo, era l’ultima prima del ponte Vasco de Gama.

Sai quel ponte, lungo 18 km, che va dalla parte opposta di dove volevo andare io?
Ecco, quello, e così me lo sono fatto tutto andata e poi ritorno, più i vari svincoli e congiunzioni, insomma sono partita da casa alle 9:30, sono uscita da Lisbona alle 11 passate, con 50 km in più già fatti (in mezzo al traffico, vento, pioggia, camion… vedi sopra).

Le bestemmie che avrei tirato…

Davvero, se non fosse stato che avevo prenotato la stanza a Nazarè me ne sarei tornata a casa e magari avrei pure portato indietro la macchina, tenerla parcheggiata sotto casa per niente non avrebbe avuto molto senso.

Ma avevo l’albergo prenotato per cui… vai avanti Lu, vai avanti, ormai…

Sono arrivata a Nazarè verso le 13 e diluviava.

Poi ha calato un po’ e allora ho inaugurato il giaccone nuovo, che almeno è davvero impermeabile e tiene anche caldo, ho fatto un primo tentativo di una passeggiata sul lungo mare ma ha ri-iniziato a piovere forte, per cui via in macchina.

Ci sarò stata un’oretta buona, anche per decidere cosa fare, erano quasi le 3 e prima delle 4/5 non potevo fare il check-in in albergo.

Sul navigatore ho trovato un meraviglioso parcheggio sotterraneo, bello bello, costa poco, mollo lì la macchina e mi muovo.

A trovarlo, il navigatore continuava a dirmi “gira di qua, gira di là” ma io la strada giusta non l’ho mica trovata.

O meglio l’ho trovata ma era a senso unico dall’altra parte, è la parte giusta dove entrare che non ho trovato.

Dopo un bel po’ che giravo ho trovato un parcheggio sotto dei condomini e la macchina l’ho lasciata lì.

Spero che vada tutto bene, ho pensato che in fondo siamo in bassa-che-più-bassa-non-si-può stagione per cui non dovrebbe dare troppo fastidio.

Stasera dopo cena, se mi reggono ancora le gambe, vado a vedere se è tutto a posto.

Intanto passeggiata sul lungomare, con pioggerellina che poi ha per fortuna smesso, Nazarè è una cittadina di pescatori e turisti, carina, il lungomare è lunghissimo, costeggia la spiaggia con le immancabili bellissime onde che ricordavo dall’altra volta che ci ero stata, un paio di anni fa.

Poi l’”ascensore” (come lo chiamano loro), cioè il trenino che porta alla parte alta di Nazarè, un bel po’ di foto, del mare, delle onde, del panorama ecc ecc, e finalmente è stato abbastanza tardi da andare in albergo.

Vabbè dai, in fondo è un 2 stelle, che vuoi… una stanza minuscola dove il “letto matrimoniale alla francese” (che sono quelli un po’ più piccoli, come quello che ho io a casa) ci sta, con 2 minuscoli comodini da 20 cm… e basta, la parete è riempita.

Un paio di scaffali con tavolino (dove mi sono messa a scrivere), l’immancabile TV, armadio piccolino, finestra e micro balcone, dove mi sono già organizzata per fumare.

Per andare sul letto si deve scostare la tenda, la finestra è scorrevole altrimenti non si potrebbe aprire più di metà.

Il bagno è con water e lavandino piccolini, sembrano quelli dei bambini dell’asilo, e una cabina doccia di vetro, anche abbastanza grande ma il doccione è bianco di calcare, non mi ispira per niente farmi una doccia lì.

Odore di chiuso nella stanza quando sono entrata, il solito odore umido dei posti di mare in inverno, comunque non fa freddo, speriamo bene di dormire stanotte.

A parte che sono parecchio stanca per cui penso che crollerò.

Ah il rumore, con la porta del balcone aperta è un sottofondo continuo, un fragore che non si ferma mai: è il mare.
Ne fa di casino sto oceano!!
Con in mezzo grida di gabbiani e di un bimbo piccolo che sta nella casa di fronte (è un vicolo stretto un paio di metri quello su cui dà il minuscolo balcone della mia stanza).

Ma, meraviglia, chiudendo la finestra il silenzio, quasi troppo 😀

Insomma, non sei mai contenta però!

Adesso mi metto orizzontale per un’oretta, poi vedo cosa fare e dove andare domani, intanto stasera ceno al ristorante dell’albergo, malorsega sparagnar!

16 nov 2022 Nazarè, Obidos e Ericeira

Dormire!!

Io quest’anno ho cambiato letto un bel po’ di volte.

Forse ne ho parlato a suo tempo, il letto da mia sorella è una specie di bara con le ruote, letteralmente.

L’ha fatto mio cognato e va a capire dove ha preso le misure, forse dal materasso che ci ha messo, fatto sta che è strettissimo, un cassone di legno con 4 lati dove mi ammaccavo gomiti e ginocchia ogni volta che mi giravo e spingevo coi piedi sul fondo, finendo per dormire coi piedi fuori, appoggiati alla “pediera” (credo si chiami così, se il lato della testa si chiama testiera).

Ma ci dormivo, dopotutto, ci ho dormito tre mesi.

Il letto della poltrona di mio figlio, ne ho parlato di sicuro, va con un materasso mezzo sfondato, con una fossa di lato, ma una volta che trovi la posizione dormi bene!

Un altro letto l’ho provato in albergo in montagna, niente di che ma era il meglio dei tre.

Quello dove ho dormito la notte scorsa, o meglio dove ho tentato inutilmente di dormire, è il peggior letto in assoluto, forse della mia vita.

Un materasso pseudo matrimoniale (come dicevo, “alla francese”) ma con tutte le molle che uscivano da tutte le parti, non esisteva una posizione, non esisteva un fosso dove incastrarsi, solo bozzi con l’anima di acciaio appena ricoperti da un po’ di stoffa.

Un incubo, una tortura, fin da quando ho provato a leggere prima di dormire, ed ero stanchissima per cui mi si chiudevano gli occhi, non trovavo un incastro, mi ammaccavo da tutte le parti.

Poi dormire un disastro.

Crollare addormentata e svegliarmi pochi minuti dopo con male dappertutto, ammaccata e intorpidita, la schiena a pezzi, male alle gambe, alle costole, la notte più lunga mai passata, e io sono abituata alle notti in bianco, senza contare che di imbottitura ne ho parecchia.

Alla fine erano circa le 6:30 quando mi sono decisa e ho rinunciato, esausta e dolorante.

Pessimo, pessima esperienza quell’albergo, contando anche la cena appena decente: bachalau ao forno pieno di olio e con le patatine tipo Pai sopra, e un bicchiere di vino, e parecchio cara (solo il vino 4,5€, ci compro 3 bottiglie a casa), pur col 10% di sconto fatto agli ospiti dell’albergo (sinceramente: ma che presa per il culo è il 10%?).

Gliela ho fatta una bella recensione su Booking, anche perché non è che ho pagato poco, per essere in bassa stagione.

Ok, Hotel Oceano di Nazarè per me puoi anche crollare o esplodere, non ti rimpiangerò e sicuramente non ci tornerò.

Il resto… pioggia, tutti i due giorni una cosa l’ho vista di sicuro, la pioggia.

Sottile come nebbia, decisa, scrosciante, velata, tutti i tipi di pioggia, compreso quello semi tropicale che è tipico di Lisbona, uno scroscio che dura dieci minuti e che ti inzuppa fino all’osso.

E pioggia di acqua salata che si mischiava agli spruzzi del mare, e grazie al vento arrivava sul viso, sugli occhiali, dentro il cappuccio, da tutti i lati.

Mi viene sempre in mente la scena di Forrest Gump dove parla della pioggia che arriva anche da sotto, ecco, una cosa così!

Ma se è per quello ho visto anche il mare, o meglio l’oceano, con le sue onde magnifiche e maestose, col suo ritmo costante e senza fine e anche se stavolta l’orizzonte non era infinito, era pieno di nuvole, la sensazione che ti dà l’oceano è unica.

Comunque, giusto per non riempire queste due giornate solo di acqua, mi sono diretta verso casa, facendo un paio di tappe.

Per cui, mattina sotto la pioggia a Obidos.

È un paese praticamente racchiuso dalle mura di un castello enorme, ma enorme davvero, un castello di quelli delle favole, con torrioni, merli, camminamenti sulle mura, tutto l’ambaradan.

Le casette bianche con i bordi colorati, gialli, rossi, blu, su stradine acciottolate che si inerpicano per la collina, con giardinetti ben curati e fiori in tutti gli angoli (e siamo a novembre…), fino ad arrivare al castello vero e proprio (dove adesso c’è un Hotel di mega lusso).

Se prima non camminavo stavolta ne ho fatta di strada, su e giù, scale e salite e discese, e giri intorno, davvero bello.

Parecchi turisti, sentivi parlare tutte le lingue tranne il portoghese (solo nel negozietto dove ho preso le calamite e la Ginja per Sandra), era difficile fare una foto senza beccare qualcuno in mezzo.

Ma dato che stare lì sotto la pioggia non era proprio il massimo ho cercato un posto dove andare, spostandomi un po’ verso Lisbona, e fermarmi magari a mangiare e a passare un paio d’ore (e ad asciugarmi).

God bless i centri commerciali!

Se non guardo la foto non riesco a ricordarmi come si chiamava, Arena Shopping a Torres Verdes, i centri commerciali visto uno li hai visti tutti, ma fanno comodo.

Parcheggio coperto, gallerie di negozi, una vasta area di ristoranti e fast food di tutti i tipi, panino da McDonald’s, sigaretta sull’enorme terrazza e poi via, si riparte.

E giù verso Lisbona ma verso il mare… Mafra e Ericeira.

Ma che meraviglia di posto, spettacolare, perfino sotto la pioggia.

D’estate deve essere un incubo effetto Rimini ma adesso è fantastico.

Un paio di miradouros, foto e filmino delle onde, e poi mi sono rassegnata a tornare verso casa.

Il ritorno a casa ha sempre quel sapore di malinconia, per me, in effetti avevo voglia di tornare, ero stanchissima e la notte insonne mi chiudeva gli occhi, ma so che per un bel po’ non mi muoverò più da casa per cui avrei voluto prolungare questi due giorni, riempirli con qualcos’altro.

Ma mi sono arresa, ho fatto quei 45 km in parte in coda in tangenziale come ipnotizzata e alla fine alle 17 circa ero a casa, bagnata, stanca cotta, non vedendo l’ora di stendermi sul mio bellissimo, comodo, letto 😀

Casa 17 nov 2022

Il giro è finito stamattina portando indietro la macchina, fatto il pieno e in pochi minuti era tutto fatto.

Voglio dire qualcosa sulla macchina, Fiat 500, ma si, carina, ma forse è l’esperienza con la DR, forse il fatto che è davvero piccolina, stavolta mi sarebbe piaciuto avere qualcosa di meglio per le mani.

Diciamocelo, comoda da parcheggiare, magari consuma anche poco, ho fatto 400 km tondi tondi (9170 – 9570) con 30€, comodo il navigatore con Android auto, certamente, comodo il tergicristallo che partiva da solo e cambiava velocità a seconda dell’intensità della pioggia, comodi i fari che si accendono da soli.

Ma in autostrada delle volte mi veniva da scendere e spingere, le salite erano una tragedia.

E poi, fammi capire, che senso ha una macchina così piccola col cambio a 6 marce?

Quel caxx di indicatore sul cruscotto perennemente con la freccia su “shift up”, a meno che non andassi a 40 all’ora (in quarta), mi sono incasinata con le marce tutto il tempo, voleva sempre andare in 6a.

La prossima volta magari una macchina un po’ più grande… con tutto il rispetto per la 500, ci mancherebbe!!

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