Il mio sorriso

Una notte travagliata, fatta di mille pensieri e mille cose in mente da fare o da decidere.

Nel dormiveglia pensavo a come spiegare (in inglese, in effetti, per farmi capire da sti 4 portoghesi che ho intorno) come sono diventata così e come devo per forza trovare un modo di porre rimedio a come sono.

Premetto che non ne ho mai parlato molto, in questo posto dove ho parlato un po’ di tutto, sinceramente mi sono sempre vergognata un po’ di quello che sono, dell’aspetto che ho, di questo mio sorriso che sorriso non è, solo una parodia inguardabile di una smorfia.

E vedendo lo storico di questo blog, che esiste da prima di quell’assurdo “incidente” che mi ha reso quello che sono, non trovo niente, né un’accenno né tanto meno una descrizione di quello che è successo.

Lo chiamo incidente anche se lo devo solo alla mia stupida presunzione di poter fare tutto senza tener conto dei miei anni, che le mie forze non sono più quelle di quando ero quella ragazzina in giro per il mondo.

Ed è stato esattamente 10 anni fa, 16-18 ottobre 2009, raduno a Casale Piantata, vicino a Orte, con gli amici conosciuti in chat che venivano da tutte le parti d’Italia.

Porca miseria, 10 anni fa, dopo lo scrivo a Marco, è stata l’ultima volta che ci siamo visti, se non sbaglio.

In breve gli antefatti, un venerdì di normale lavoro (in Ecare, progetto… boh, non me lo ricordo più, forse Eon), i bagagli in macchina (la Fiestina), partenza alle 6 di sera, la notte in viaggio con una sosta di un’ora nel mezzo del nulla sulla E45, arrivo a Orte la mattina dopo.

La casa affittata per quel fine settimana, corri a prendere chi arriva in treno, e di nuovo e poi di nuovo, l’organizzazione del pranzo e il pomeriggio a far casino, con persone a cui volevo bene, alcuni amici di vecchia data (Marcolino, Marco, Paola), altri mai incontrati prima e mai più visti, ma dopo anni di parole e conversazioni infinite via chat.

Venivano da Roma, Perugia, Lecce, Napoli, Rimini, Pescara, Torino… quei 2 giorni insieme sono stati una bellissima avventura.

Solo che la sera, dopo 36 ore di corse ininterrotte, ero distrutta e sono caduta “come un pero” sbattendo la faccia sul pavimento… bum!

Microfrattura al naso e gli incisivi superiori a pezzi.

Il naso si è aggiustato da solo, col tempo, i denti si sono persi un pezzo alla volta, il tempo e i soldi per il dentista non c’erano e ho tirato avanti.
Solo nel 2012 ho potuto iniziare ad affrontare il problema, iniziando un lavoro dal dentista che è partito levando i pezzi che restavano e trasformando il mio sorriso in quello che è adesso, completamente senza i 4 incisivi superiori.

Ma poi la disoccupazione, il trasferimento da mia sorella e poi a Padova, il lavoro che non trovavo, il resto è qui, in queste pagine.

E Lisbona, nel 2016.

Il contratto, da un anno all’altro, con la prospettiva di tornare a casa, non ho mai osato iniziare il lungo lavoro che serve per rimettermi in sesto, pur con l’assicurazione, per magari doverlo di nuovo interrompere.

Quando un anno fa mi hanno confermato il contratto indeterminato la prima cosa che ho pensato è stata “ok, finalmente posso iniziare a sistemarmi i denti”

Allora il mio lavoro era scrivere, solo scrivere, per cui non sarebbe stato un problema se per un po’ di tempo non potevo parlare senza biascicare.

E il seguito è anche quello qui, in queste pagine, i vari passaggi, il contratto indeterminato a fine gennaio ma, cazzo, il cambio di progetto da un giorno all’altro, dal caro vecchio Wish dove dovevo solo scrivere a Netflix dove dovevo solo parlare al telefono (e in inglese, per di più).

E come parli senza denti?
Di merda!

E il crash, dopo quel passaggio, i 20 giorni in cui sono andata via di testa, il viaggio in Italia di febbraio, l’inizio a Nielsen (anche qui solo in cuffia).

E in tutto questo i miei denti che si perdevano un pezzo alla volta.

Poi ad agosto la possibilità di tornare alla normalità, la prospettiva di passare ad un progetto dove potevo avere dei periodi di solo scrivere .

Ad agosto perchè, regole TP, prima di 6 mesi che sei un un progetto non puoi chiedere di passare ad un altro.

E i 6 mesi erano quasi passati, UberEats cercava gente, c’erano ex colleghi che avevano dato il mio nome all’ACM, fatta la richiesta, basta aspettare ancora un po’.

E ho aspettato, sono quasi 3 mesi che aspetto, e ieri, solo ieri, salta fuori che l’ACM di Uber ha contattato quello di Nielsen per il trasferimento e si è sentito dare un KO.

I motivi non me li hanno detti, certo in quel momento eravamo sotto organico, quando da 6 persone ne restano 4, di cui 2 part time, non ti spostano da nessuna parte, penso sia quello ma non lo so.
Come dicevo al mio Supervisor, non credo di essere stata così fondamentale per il progetto da dovermi bloccare a tutti i costi.

Adesso, dopo l’ennesimo pezzo di dente che se n’è andato, ho voluto spingere, devo assolutamente cominciare a fare qualcosa, e guarda caso a Uber non prendono più nessuno, anzi sono in over staff, devono liberarsi di persone, sono in troppi.
Insomma il posto per me non c’è più.

La domanda di trasferimento l’ho fatta di nuovo, come mi hanno chiesto, per Uber o per qualsiasi progetto dove non devo parlare, ma di progetti così non ce ne sono molti, anzi, non so dove potrei andare a finire.

Ieri, con un mal di testa colossale e le palle girate, me ne sono andata dal lavoro alle 3 del pomeriggio, mandando mentalmente affanculo Nielsen, TP, gli ACM di tutto il mondo in generale e quello stronzo di Nielsen in particolare che quando lo incontri manco risponde al buongiorno.
E che nega di aver mai parlato con quello di Uber.

Oggi… verso le 9 vado in uno studio dentistico qui vicino, dove fanno implantologia, e vediamo se mi fanno una visita subito o se devo prenotarla per chissà quando.

E poi probabilmente andrò a farmi un certificato medico per l’assenza di oggi ed andrò a respirare un po’ di aria libera da qualche parte, o magari a fare spese, a buttare un po’ di soldi per un paio di scarpe che non mi distruggano i piedi e qualche maglia per affrontare l’inverno che sta arrivando.

Non lo so, ho tanta voglia di mandare tutti affanculo in questi giorni ma me la devo far passare, non me lo posso permettere.

Un bel sorriso a tutti!!

26 Ottobre 2019

Un Post Scriptum ci sta tutto, visto quello che è successo dopo che avevo scritto qui.

Ogni torta non è bella se non ha almeno una ciliegina, no?

Oh si, sono andata dal dentista, oh si mi ha fatto un inizio di preventivo, solo per quello che riguarda estrazioni e sistemare quello che ho in bocca.
Il resto dopo (e il resto è moooolto di più).

Oh si, evviva l’assicurazione dentale, peccato che lo studio dentistico dove sono andata non la considera valida (e mi ha fatto pagare la visita e la panoramica).

Oh si, sono andata anche a TP a chiedere info, a capire come mai, e per loro è tutto valido, mi faranno sapere…

Questo è (di nuovo) l’anno del “ti faremo sapere”…

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2 commenti

  1. Pazienza, sister!!!
    …anche il sorriso arriverà! Intanto, fatti coraggio e procedi, che ce la fai! 😉 Adri

  2. Avoir la foi augmente la certitude et les nouvelles dents vont apparaître !!!

    Les dents du mort ne lui font plus mal.
    Proverbe français ; Curiosités françaises d’Antoine Oudin (1640)

    Le loup peut perdre ses dents, mais jamais sa nature.
    Proverbe anglais ; Les proverbes traduits en anglais (1882)

    Pour mastiquer le fer, des dents en acier sont nécessaires.
    Proverbe arménien ; Armenian proverbs and sayings (1889)

    L’homme rit, ses dents sont blanches, mais sous les dents se cache le sang.
    Proverbe burkinabè ; Proverbe dioula du Burkina Faso (1988)

    Si tu n’as pas de dents, mieux vaut que le régime de noix soit mûr.
    Proverbe togolais ; Les proverbes bassars du Togo (1988)

    Nos pères ont mangé tous les raisins verts, et les dents de leurs fils en ont été agacées.
    Proverbe kurde ; Les proverbes et adages du Kurdistan (1936)

    Les dents qui mangent les amis s’usent avant d’avoir apaisé la faim.
    Proverbe rwandais ; Les proverbes et sagesses du Rwanda (2011)

    Le père nourrit le fils jusqu’à ce qu’il ait des dents ; le fils nourrit son père quand il n’a plus de dents.
    Proverbe tanzanien ; Les proverbes de la Tanzanie (1992)

    Un juge est comme la langue au milieu des dents.
    Proverbe tanzanien ; Les proverbes de la Tanzanie (1992)

    La langue va où la dent fait mal.
    Proverbe espagnol ; Les proverbes et locutions espagnoles (1835)

    Qui demande un sou à l’homme avare semble lui arracher une dent.
    Proverbe danois ; Le dictionnaire des proverbes danois (1757)

    Pense à la qualité de tes dents avant de prendre un os dans la marmite.
    Proverbe guinéen ; Les proverbes de la Guinée (1982)

    La médisance a des dents acérées.
    Proverbe latin ; Les proverbes et dictons latins (1876)

    Le vieux léopard, même sans ses dents, inspire toujours la peur.
    Proverbe zaïrois ; Les proverbes et dictons zaïrois (1994)

    Rire à dents découvertes dénude le derrière.
    Proverbe algérien ; Les proverbes et dictons algériens (1986)

    Le jeune a la dent longue, le vieux a la peau dure.
    Proverbe français ; Les proverbes et adages français (1876)

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